mercoledì 12 febbraio 2014

Valdo Di Nolfo. La sanità pubblica è il malato più grave dell’Isola.



Avere problemi di salute, è sempre una sfortuna. Ma averceli ad Alghero, e più in generale nella provincia di Sassari, porta a vivere delle esperienze che oscillano tra la farsa e la tragedia. Lo sanno i medici, gli infermieri e lo sanno anche i pazienti: la sanità pubblica è il malato più grave dell’Isola.

I sintomi della patologia sono diversi, e percepibili ad ogni livello: liste d’attesa chilometriche, strutture e macchinari preistorici, opere incompiute e mancanza di personale. Come se non bastasse, la situazione, negli ultimi anni, si è ulteriormente aggravata: chi è stato chiamato con l’obiettivo di curare la moribonda sanità pubblica provinciale, ha pensato più al raggiungimento del pareggio di bilancio, grazie a scellerate chiusure e declassamenti dei reparti, che al diritto alla salute dei cittadini.
Inoltre, non si possono non citare i grovigli burocratici e le forti contrapposizioni interne, la frettolosa volontà pre-elettorale di affidare le posizioni organizzative secondo metodi clientelari e di lottizzazione politica. E anche le soluzioni di diverse problematiche contrattuali - più volte denunciate dalle sigle sindacali - come produttività, buoni mensa e mobilità interna, sono state messe in secondo piano.
La farsa, poi, diventa tragedia, se si considerano le condizioni in cui vengono “accolti” i pazienti nei reparti di medicina ad Alghero, Sassari e Ozieri. Ben oltre il limite di sopportazione si è arrivati anche nei servizi sanitari del territorio e dei comuni dei Distretti. Da segnalare, oltretutto, l’abbandono dei servizi di guardia medica e le mancate realizzazioni dell’Unità di Terapia intensiva Cardiologia, del reparto di lungodegenza, per l’assistenza psichiatrica e la mancata copertura dei posti vacanti di responsabili delle strutture complesse di chirurgia e pronto soccorso.
Ma la vera battaglia, che mi impegno a intraprendere, sarà quella per la costruzione del nuovo ospedale ad Alghero. In questi anni, la giunta Cappellacci ha mostrato totale insensibilità e disinteresse verso tale questione, abbandonando la città a se stessa. È necessario, quindi, adoperarsi con nuova linfa, con quante più forze e sostegno possibili, in un percorso che non si prospetta per niente facile. Ne va della salute non solo degli algheresi, ma di tutto il bacino di utenza dei paesi vicini. Dimostreremo, a Cagliari, che non esistono malati di serie a e di serie b, e che curarsi dignitosamente dev’essere possibile in ogni parte della Sardegna.