venerdì 19 aprile 2013
martedì 16 aprile 2013
Camusso (Cgil): servono 2,7 miliardi per la cassa in deroga
Sindacati in piazza
per sollecitare il rifinanziamento della cassa integrazione in deroga:
questa mattina Cgil, Cisl e Uil hanno realizzato un presidio davanti a
Montecitorio per chiedere a Governo e Parlamento l’impegno a reperire le
risorse necessarie per gli ammortizzatori. Alla manifestazione prendono
parte i segretari generali Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi
Angeletti.
Applausi e fischi:
così i segretari di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Luigi Angeletti e
Raffaele Bonanni sono stati accolti dai lavoratori radunati in piazza
Montecitorio per manifestare contro gli “impegni disattesi” nei
confronti dei cassaintegrati. I leader sindacali hanno infatti
attraversato la piazza, senza rilasciare dichiarazioni, e sono entrati a
Montecitorio per incontrare la presidente Laura Boldrini.
In piazza Montecitorio circa un centinaio di lavoratori sotto
le bandiere di Cgil, Cisl e Uil hanno gridato: “Non ce la facciamo più,
abbiamo fame!”. Al passaggio dei parlamentari invece la contestazione è
una sola: “Ladri! Assassini! Andate a lavorare!”.
“Ma quale
Marchese del Grillo!? Fate un Governo, andate a lavorare”. Il presidio
dei sindacati davanti alla Camera contesta con queste parole il deputato Cinque Stelle Francesco Cariello che si ferma a parlare con i
manifestanti. “L’unico modo per difendere i lavoratori è formare le
commissioni”, risponde Cariello.
Il Senato è
“sensibile” al “grido di dolore che viene dal Paese e dai lavoratori in
questo momento drammatico”. Lo ha detto il presidente del Senato Pietro
Grasso al termine dell’incontro con i sindacati sugli ammortizzatori
sociali in deroga. Oggi alla conferenza dei capigruppo è prevista la
calendarizzazione del Def.
Per gli ammortizzatori sociali in deroga nel 2013 servono nel complesso 2,7 miliardi, ha
detto il segretario della Cgil, Susanna Camusso, riferendosi ai dati
delle regioni sugli ammortizzatori in deroga. “Il presidente del Senato,
Pietro Grasso – ha detto – ci ha assicurato l’attenzione del
Parlamento”.
Se il Governo non
adotterà entro maggio un provvedimento con le risorse per la cassa
integrazione in deroga i sindacati porteranno a Roma centinaia di
migliaia di persone perchè l’assenza di risposte sulla cassa in deroga è
“inaccettabile”. Lo ha detto il segretario generale Uil, Luigi
Angeletti, nel corso della manifestazione a Montecitorio.
I sindacati hanno
chiesto al presidente del Senato il recepimento delle richieste di
rifinanziamento sugli ammortizzatori sociali in deroga nel Def. Lo ha
detto il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, al termine
della riunione con il presidente del Senato, Pietro Grasso. “Abbiamo
appreso che si impegnerà – ha detto – penso che il sistema più semplice
sia il Def che si approvera’ nei prossimi giorni. E’ il più sicuro e
veloce”.
Le parti sociali sono intanto state convocate dal
ministro uscente del lavoro, Elsa Fornero, alle 16.15 nella sede del
dicastero in via Veneto per discutere “l’andamento degli ammortizzatori
sociali in deroga”. Ieri, al Gr1 Rai il ministro Fornero ha detto che
per gli ammortizzatori un miliardo di euro forse non basterà. Il suo
impegno ha aggiunto, è di lavorare fino al termine del suo mandato per
reperire le risorse.
domenica 14 aprile 2013
GIORNATA MONDIALE delle VITTIME dell'AMIANTO
Invito a partecipare,
Alla presentazione del Video-Clip della canzone inno
"Naran chi su Male", contro l'amianto e contro tutto il danno che
provoca e dei convegni organizzati dalla AFeVA Sardegna nell'ambito
della Giornata Mondiale delle Vittime dell'Amianto.
E' gradita la divulgazione.
GIORNATA MONDIALE delle VITTIME dell'AMIANTO
l’amianto Uccide
"NARAN CHI SU MALE" (Dicono che il Male)
naran chi est malasorte, ma no est gai !
(dicono che è cattiva sorte, ma non è vero!)
chie giogat cun sa morte - chie si brulla de nois?
(chi gioca con la morte - chi si prende gioco di Noi?)
Martedì 16 aprile - Sassari ore 10,00 – 12,00 Palazzo della Provincia, Sala Sciuti
Conferenza Stampa congiunta Provincia di Sassari- AFeVA Sardegna
Presentazione Video-Clip della canzone-inno contro l'amianto e pro Vittime dell'Amianto
"NARAN CHI SU MALE"(Dicono che il Male)
Progetto“Sensibilizzazione sui gravi e irreversibili danni che l'amianto provoca”
sabato 13 aprile 2013
Vendola: «Ammortizzatori in deroga insufficienti e Patto di stabilità, confine che separa la vita con la morte»
«Nel giro di poche settimane, in tutta Italia, non ci saranno più le risorse per finanziare la cassa integrazione in deroga e la mobilità. Si tratta di circa un milione di persone, e quindi di relative famiglie, che hanno campato galleggiando nella povertà con 7/800 euro al mese e che di colpo precipiteranno, senza paracadute, nella indigenza. Non è un problema pugliese, è un problema drammatico in Toscana, un problema drammatico in Emilia Romagna, è un problema serissimo in tutta Italia. La dotazione assolutamente insufficiente per gli ammortizzatori sociali in deroga è diventata una grande questione nazionale. È il passaggio dalla povertà all’indigenza per una porzione cospicua e rabbiosa di società italiana». Lo ha detto il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola intervenendo questa mattina in conferenza stampa, insieme con l’assessore al Lavoro Leo Caroli, per fare il punto sulla situazione degli ammortizzatori sociali in deroga e sul fabbisogno della Regione Puglia per il 2013.
Attualmente sono disponibili 84 milioni di euro, sufficienti solo per coprire fino al mese di aprile. Le risorse mancanti, sempre per la Puglia, ammonterebbero, per il 2013, a circa 180 milioni di euro.
«Non si può sopportare uno scenario del genere – ha aggiunto Vendola – per questo la mia proposta è che la commissione speciale, istituita in Parlamento per discutere dello sblocco dei pagamenti alle imprese e che una dotazione finanziaria di 40 miliardi di euro, destini 1 miliardo di euro, possibilmente in più, per finanziare gli ammortizzatori sociali in deroga per tutto il 2013 e per tutta Italia. Fra qualche settimana non ci saranno più risorse e vorrei sottolineare che non è un problema di alcuni, ma è una grande questione sociale che rischia di essere lacerante, rischia di essere il possibile innesco di una guerra civile».
Vendola pensa alla formalizzazione di un emendamento al decreto per «ragioni di tenuta della convivenza civile e per ragioni di tenuta dell’ordine democratico».
Poi Vendola ha inteso chiarire come la competenza del finanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga, sia del Governo e non di Regioni e Comuni.
«Il Governo ci ha dato la competenza di essere l’interfaccia dei cittadini – ha spiegato Vendola – gli ammortizzatori sociali sono competenza e cassa del governo. Non è una minaccia, è una logica conseguenza, noi restituiremo le deleghe al Governo perché non è possiible immaginare che il nostro compito sia di essere catalizzatori della rabbia e del rancore. La responsabilità di tutto è del Governo e delle sue scelte». La seconda questione che il Presidente Vendola ha affrontato in conferenza stampa è quella del Patto di stabilità.
«Noi non ce la facciamo più – ha detto Vendola – abbiamo soldi in cassaforte e ci viene impedito di spenderli. Noi costruiamo un piano di sostegno per quella platea che galleggia nella sopravvivenza con gli ammortizzatori sociali in deroga e rischiamo di non poter concretamente spendere le risorse individuate e accantonate a causa dei vincoli del Patto di stabilità. Ci viene impedito di dare l’integrazione al reddito per le persone che vivono in condizoni di indigenza. I vincoli del Patto di stabilità che ci impediscono di spendere i soldi che abbiamo, sono un cappio al collo che si sta stringendo di giorno in giorno. Io l’ho detto a Montecitorio – ha proseguito Vendola – anche gridando e con dolore l’ho detto al Presidente del Consiglio Mario Monti. Stiamo crepando, tutte le Regioni, tutti i Comuni, stiamo crepando per i vincoli del Patto di stabilità. Che qualcuno ascolti questo grido di dolore. Questa questione oggi – ha concluso Vendola – non è una delle 10 o 20 questioni piu importanti del Paese, questa questione è il confine che separa la vita con la morte».
venerdì 12 aprile 2013
Fabrizio Barca presenta il suo “manifesto”: «Basta ipocrisie, il Pd è un partito di sinistra»
«l’Italia è l’unico paese al mondo dove non si può dire la parola sinistra». Lo ha dichiarato Fabrizio Barca dai microfoni di Rainews24, presentando il “manifesto” per il nuovo partito. «Sembra che si debba sempre fare riferimento ad un centrosinistra, ad un centrodestra- ha affermato – la parola centro deve stare dappertutto. E’ il risultato di una visione sbagliata che noi economisti abbiamo regalato all’analisi politica, che bisogna tutti convergere al centro. Le persone hanno convincimenti diversi. Il Pd già oggi, senza che arrivi Barca a dirlo, è un partito di sinistra. Si chiama di centrosinistra per ipocrisia», ha concluso.
“Non ci può essere democrazia senza dei partiti robusti che vivano non solo nelle stanze del governo, ma vivano nei territori” ha proseguito il ministro della Coesione Territoriale. «Non è un altro partito – ha detto Barca – perchè altrimenti non mi sarei iscritto al Pd come ho fatto ieri pomeriggio. E’ il convincimento che i partiti e quel partito abbiano nelle mani buona parte delle sorti del nostro paese». Non è possibile esercitare una funzione di governo – ha spiegato Barca – in un paese che ha bisogno di una radicale trasformazione della macchina pubblica, perché sono evidenti le difficoltà degli investimenti pubblici, l’accumulo dei debiti pregressi per le imprese, la difficoltà di realizzare interventi per il sociale, di presidiare profili di esclusione sociale gravissimi nelle aree dell’infanzia e degli anziani, queste questioni hanno bisogno di una pressione sociale canalizzata sotto forma di proposte non solo a roma, ma nei territori da partiti», ha concluso.
«Non solo in Italia ma anche negli altri paesi i partiti – ha spiegato ancora Barca – hanno finito per essere l’espressione dei ceti medi urbani, anche assecondandone molti vizi. Quando il presidente di Confindustria Squinzi dice che è uscito di scena il manifatturiero, il pendant di questo è che è uscito di scena il lavoro operaio. Non è una questione di fare un passo indietro, di tornare all’operaismo, ma di fare un passo avanti. In un paese come il nostro in cui l’industria è il cuore della nostra economia, allora il cuore dei movimenti deve tornare ad essere anche il lavoro operaio».
giovedì 11 aprile 2013
Nichi Vendola «Contro di me una campagna infondata»
Nichi Vendola si dimette da deputato. «Contro di me una campagna infondata»
«Sto
andando in questo momento a formalizzare un atto che è sempre esistito
perchè ho sempre detto che sarei rimasto presidente della Regione
Puglia”. Nichi Vendola annuncia così le sue dimissioni da deputato.
Il leader di Sel replica poi a chi lo ha accusato di ambiguità. Questa mattina in particolare, Il Fatto ha aperto il giornale sulla vicenda dei doppi incarichi pubblicando accanto una foto del governatore delal Puglia. «C’è stata contro di me una strumentale e infondata campagna stampa che non mi riguarda, non c’è nessuna sovrapposizione di ruoli né alcuna somma di emolumenti: sono eventualità che non esistono», ha spiegato il governatore della Puglia lasciando la sede del Pd dopo un incontro con Pier Luigi Bersani.
«Siamo impegnati a far nascere un governo che consenta il cambiamento e perché il prossimo presidente della Repubblica dia l’incarico a Bersani, in modo che si presenti alle Camere con un programma e una squadra all’altezza del passaggio drammatico che vive l’Italia» ha detto Vendola. Per il leader di Sel, il nuovo presidente della Repubblica deve essere «un punto di forza rappresentativo dell’Italia, della Costituzione, capace di dare speranze e non può essere garante della nomenclatura ma dell’unità del Paese».
Sul fronte economico, Vendola punta il dito contro la crisi e bolla il decreto per il pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione come «fuffa», non in grado «di incidere sulla carne viva della sofferenza». E’ sempre più «allarme sociale: il Paese sta crepando» ha sottolineato il governatore delal Puglia. «In questa situazione – ha concluso Vendola – l’eversione e la criminalità organizzata stanno scendendo in campo, come succede in queste ore a Napoli. Colgo l’occasione per esprimere la nostra solidarietà alla città e alle forze dell’ordine».
Il leader di Sel replica poi a chi lo ha accusato di ambiguità. Questa mattina in particolare, Il Fatto ha aperto il giornale sulla vicenda dei doppi incarichi pubblicando accanto una foto del governatore delal Puglia. «C’è stata contro di me una strumentale e infondata campagna stampa che non mi riguarda, non c’è nessuna sovrapposizione di ruoli né alcuna somma di emolumenti: sono eventualità che non esistono», ha spiegato il governatore della Puglia lasciando la sede del Pd dopo un incontro con Pier Luigi Bersani.
«Siamo impegnati a far nascere un governo che consenta il cambiamento e perché il prossimo presidente della Repubblica dia l’incarico a Bersani, in modo che si presenti alle Camere con un programma e una squadra all’altezza del passaggio drammatico che vive l’Italia» ha detto Vendola. Per il leader di Sel, il nuovo presidente della Repubblica deve essere «un punto di forza rappresentativo dell’Italia, della Costituzione, capace di dare speranze e non può essere garante della nomenclatura ma dell’unità del Paese».
Sul fronte economico, Vendola punta il dito contro la crisi e bolla il decreto per il pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione come «fuffa», non in grado «di incidere sulla carne viva della sofferenza». E’ sempre più «allarme sociale: il Paese sta crepando» ha sottolineato il governatore delal Puglia. «In questa situazione – ha concluso Vendola – l’eversione e la criminalità organizzata stanno scendendo in campo, come succede in queste ore a Napoli. Colgo l’occasione per esprimere la nostra solidarietà alla città e alle forze dell’ordine».
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